BOUNCE SPOT: COME ALLENARLO

Impariamo a visualizzare dove fare atterrare la palla sul green

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Quando eseguiamo un colpo, la traiettoria della pallina assume due caratteristiche: il salto e il rotolamento. Anche le palline ben colpite con il sand wedge, dopo il rimbalzo sull'erba del green tenderanno a rotolare, anche se per pochi metri.

É una dote dei giocatori esperti riuscire ad immaginare con precisione il punto ideale dove far cadere la pallina, per poi farla rotolare verso la buca. 

rimbalzo sul green Al contrario, i neofiti tendono a concentrarsi esclusivamente sul punto in cui la pallina andrebbe a fermarsi, cioè sulla buca. Un difetto di programmazione del colpo, cui conseguono esiti del tutto casuali. Ovviamente, ciò che ci interessa, in fondo, è che la pallina termini vicino alla buca, ma in realtà a volte ci è finita in modo del tutto fortuito

Il carry è il Re, il Roll è la regina

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Per approcciare bene con buona ripetitività, è fondamentale che il giocatore sia in grado di far atterrare la pallina sempre nel punto che ha stimato. Ciò che farà la pallina dopo aver toccato terra, è la conseguenza. 

Infatti, se io colpisco la palla con un loft inferiore rispetto a quello di partenza, ottengo una traiettoria più tesa, che probabilmente atterrerà prima del previsto ma rotolerà di più. Oppure, potrei colpire "scucchiaiando" la pallina con le mani, quindi colpendola con un loft maggiore, la palla volerà di più, atterrando più avanti rispetto al punto stimato. In definitiva, sono colpi sbagliati che fortunatamente hanno prodotto il risultato che desideravamo. 

Di fatto però, durante l'allenamento a noi non interessa che la nostra pallina finisca vicino alla buca in modo casuale, ma vogliamo essere certi  che la palla abbia fatto la traiettoria che avevamo immaginato prima del colpo. Quindi, che atterri nel punto stimato. 

Se quando pratico gli approcci non metto per terra un riferimento dove stimo che vorrei far atterrare la pallina, non sarò in grado di capire, colpo dopo colpo, se sto colpendo la pallina sempre nello stesso modo, quindi con lo stesso loft e shaft lean, lo stesso angolo di attacco e la stessa velocità. Inoltre, lavorare sul carry e la capacità di far rimbalzare la pallina nel punto stimato ci permette di migliorare la nostra capacità di controllare e gestire traiettorie più basse (e con più rotolamento) e traiettorie più alte (con meno rotolamento).

Consiglio dunque di praticare sempre gli approcci posizionando un marchino o un tee per terra esattamente nel punto in cui volete che la pallina faccia il primo rimbalzo sul green, questo vi aiuterà a colpire sempre nello stesso modo e ad affinare la vostra abilità di concepire la traiettoria.

Esercizio per allenare l'approccio

Ai miei allievi faccio eseguire un esercizio che utilizzo anche come test di valutazione. Si eseguono 50 colpi da 5 metri di distanza verso un quadrato di 1 metro x 1 metro, delimitato da un filo elastico, o da 4 tee. L'obiettivo è quello di far cadere la pallina con il primo rimbalzo dentro al quadrato il maggior numero di volte. 

carry esercizio approccio

Lo stesso esercizio deve poi essere ripetuto da una distanza di 10 metri, sempre eseguendo 50 colpi. I miei allievi più esperti raggiungono il risultato di 40/50 da 5 metri e 30/50 da 10 metri, con la palla piazzata e quindi posizionata bene. Ma indipendentemente dal risultato, ciò che ritengo importante è la possibilità di valutare i progressi nel tempo, utilizzando un esercizio specifico che vi restituisce risultati oggettivi. E' un esercizio semplice che potete allenare anche se non avete a disposizione un vero green, perfino nel giardino di casa o ai margini del campo pratica. 

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