ARM LOCK, BELLY PUTTER E PUTTONI, ECCO I SISTEMI ALTERNATIVI
Osservando i giocatori sui vari Tour si possono vedere sempre più giocatori adottare stili di putting alternativi. I putter lunghi sono quelli che hanno riscosso più successo, almeno fino a quando era possibile ancorarli al corpo, allo sterno o al mento.
Sam Torrance, Bernard Langer e Rocco Mediate furono tra i primi nomi noti ad affidarsi a questi nuovi attrezzi, che hanno fatto la loro comparsa nel mercato del golf circa 30 anni fa. Ma fu il grande Johnny Miller il primo professionista di golf ad utilizzare un putt lungo in una gara nel tour negli anni 80.
I putt lunghi ancorati al petto o al mento sono stati utilizzati con successo anche da Adam Scott e Web Simpson, ma anche Phil Mickelson e, per un periodo, anche il nostro Francesco Molinari.
I giocatori professionisti scelgono l'attrezzatura esclusivamente in base alla sua efficacia e non all'aspetto estetico. Il loro obiettivo è quello di mandare la palla in buca più spesso e da più lontano, e se ritengono che un sistema li aiuti in tale scopo non esitano ad adoperarlo.
Ma perché sempre più professionisti utilizzano sistemi alternativi?
Una volta i sistemi di putt non convenzionali erano considerati da molti come l'ultima spiaggia per i pro che non riuscivano più ad imbucare nemmeno dalla corta distanza. Peggio ancora, lo utilizzavano i giocatori affetti da tik nervosi nei put corti (gli yips), e la maggior parte dei giocatori si impegnava a stare a debita distanza da quegli attrezzi concepiti per i "malati" del green.
Poi cosa è successo? Uno dopo l'altro, sempre più giocatori si sono avvicinati al putter lungo, al Belly Putter e al Broomhandle, al pencil grip e all' arm lock. Qualcuno provandolo solo in allenamento, altri finendo per condividere una intera carriera con quel sistema.
Il motivo del tanto successo dei putter lunghi è dovuto al fatto che questi potevano essere ancorati al corpo (pancia, petto o mento) aiutando il giocatore ad effettuare un movimento a pendolo. Uno dei maggiori problemi per i golfisti è l'eccessiva azione delle mani nei putter corti, specialmente sotto pressione, e questi putter lunghi risolvevano in pieno il problema. Nessuna azione dei polsi è necessaria per utilizzare i putter lunghi, questo fu il loro successo. In definitiva, con i putter lunghi si effettuava un movimento "a una sola leva" anziché due leve come nel caso dei tradizionali putter corti. Questo rappresentava un vantaggio perché garantisce maggiore consistenza nell'impatto con la pallina.
Tutti questi vantaggi probabilmente sono stati il motivo per cui Usga e R&A decisero di vietarli, e la maggior parte dei giocatori che utilizzava il “puttone” lungo si è convertita all'utilizzo del putter Arm Lock, che rappresenta probabilmente il sistema di putt più vicino a quello del putt lungo.
L'arm lock è un putter molto simile a quello classico, ma con lo shaft più lungo e un grip più lungo, e il giocatore lo impugna con il braccio leader quasi disteso e attaccato al bastone, e con la mano trailer (la destra per il giocatore destro) che afferra il braccio sinistro e il bastone. In sostanza, il bastone viene ancorato al braccio, riducendo in modo importante il movimento dei polsi interessato allo swing.