IL TEMPO TOUR

Uno dei segreti dei campioni: eseguire lo swing con una ratio di 3 a 1 tra back e downswing

Nelle pagine precedenti abbiamo imparato la differenza tra il timing e il tempo nello swing del golf. Facciamo un piccolo ripasso per i più distratti. Per timing si intende la giusta sequenza dei movimenti, o sequenza cinematica, mentre per tempo intendiamo il tempo impiegato dal giocatore per eseguire il gesto. Fate bene attenzione: mentre ogni giocatore ha il suo tempo di esecuzione, più o meno lungo, tutti i giocatori rispettano lo stesso timing, cioè la stessa corretta sequenza dei movimenti. In sintesi, il tempo è personale, il timing no!

Torniamo adesso a parlare del "tempo" nello swing, ma soffermandoci su un aspetto molto importante: la relazione tra la velocità di caricamento (backswing) e quella di discesa sulla palla (downswing). Forse dire che è un aspetto importante non è corretto, sarebbe meglio dire che è un aspetto fondamentale, specialmente per i giocatori più esperti. Scopriamo perché.

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Analizzando migliaia di swing dei migliori giocatori del tour di tutti i tempi, si è osservato come questi muovessero tutti il bastone con velocità differenti, ma mantenendo sempre una precisa relazione tra la velocità di salita e quella di discesa. Il rapporto è costantemente 3:1. Cioè la velocità di salita è 3 volte più lenta di quella della discesa.

Per affermare ciò, John Novosel e altri tecnici, hanno misurato in frames il backswing (dall'inizio del movimento fino all'apice del backswing) e il downswing (dall'inizio della discesa fino all'impatto con la palla) di un numero incredibile di giocatori del tour, confrontando i loro colpi migliori e quelli sbagliati. L'ho fatto anche io, per avere conferma di quanto studiato.

Giocatori dallo swing più lento come Fred Couples o Jim Furick hanno un rapporto tra backswing e downswing di 27:9 (27 fotogrammi il backswing, 9 fotogrammi  il downswing), mentre giocatori dallo swing più veloce come Nick Price o Rickie Fowler avevano un rapporto di 21:7 (21 fotogrammi il backswing, 7 il downswing).

I migliori giocatori, quindi, pur muovendosi più o meno velocemente tra loro, rispettano sempre il rapporto 3:1 tra tempo impiegato nella  salita e tempo impiegato nella discesa sulla palla. Questo rapporto è stato appunto definito da John Novosel "Tour tempo". In sostanza se per caricare impiegano X, per scendere impiegano un terzo di X.

Per comprendere meglio questo aspetto, considerate che Tiger Woods nel 2000, l'anno dove con molta probabilità ha espresso il suo miglior golf, eseguiva con regolarità uno swing che aveva 24/8 (24 fotogrammi a caricare, 8 a scendere). In pratica un tempo perfetto. Il suo swing era ripetitivo, non aveva troppi pensieri tecnici nella testa mentre muoveva il corpo, questo gli consentiva di mantenere sempre e costantemente la giusta ratio 3:1.

Se andiamo a confrontare quegli swing vincenti, con quelli dei più recenti tornei, ad esempio 2017, possiamo notare una sostanziale differenza. Lo swing di Tiger era spesso 24/6 oppure 22/8, cioè non c'era il giusto rapporto tra tempo di caricamento e quello del downswing. Con quegli swing, Tiger non riusciva a colpire dei buoni colpi, i driver erano sempre fuori pista (e di molto), nemmeno con i ferri al green riusciva a essere preciso. Infatti, giocò malissimo quei tornei.

Il motivo di questa difficoltà a swingare col giusto tempo sta nel fatto che Tiger Woods, dopo la lunga interruzione dai tornei e gli interventi chirurgici alla schiena, aveva apportato delle modifiche al suo swing. Fare delle correzioni significa pensare molto durante lo swing, non essere disinvolti, non essere fluidi. Almeno nel primo periodo, fino a quando lo swing non diventa nuovamente ripetitivo. Questo comporta, spesso, la perdita del giusto rapporto tra il tempo impiegato a salire e quello impiegato a scendere.

Uno dei miei metodi preferiti per allenare il tempo nello swing dei miei allievi è proprio il Tour Tempo Tracks. Si tratta di una serie di tracce audio realizzate appositamente per influenzare il giocatore al tempo corretto. Attraverso una base ritmica e dei suoni scanditi, il giocatore deve adattare il proprio swing cercando di iniziare il movimento e colpire la palla rispettando i suoni che fungono da comando. Dopo pochi minuti il giocatore inizia a muovere il corpo in modo più efficiente e ritmato, realizzando colpi più consistenti e potenti. Le tracce audio sono differenti poiché sono studiate per le differenti velocità di swing, quindi si avrà una traccia diversa per le diverse "ratio" 27:9 - 24:8 - 21:7 ecc. Naturalmente il numero di fotogrammi viene convertito in quantità di tempo. Per misurare il tempo di uno swing io utilizzo vari strumenti di analisi 3D dello swing, come lo Swingbyte o il sofisticato MySwing Professional. 

Lo stesso concetto viene applicato all'approccio e al put, ma in questo caso la relazione tra velocità del backswing e quella del downswing sarà di 2:1. Le tracce audio saranno quindi differenti da quelle utilizzate per lo swing completo.

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